la "Testa d'Oro"

La "Testa d'oro"

La nascita di un marchio storico

Questa è la storia di come il semplice colore di un componente meccanico sia riuscito a caratterizzare l'identità di un'azienda, e diventare uno dei marchi più amati del motorismo italiano

 Da una "Testa d'Oro" alla Testadoro

Il marchio Testadoro è stato dato ad una speciale testata per motori (originariamente per Fiat 508 "Balilla") progettata dall’ingegnere Arnaldo Roselli alla fine degli anni ’30 del Novecento. Il termine “Testadoro” è stato coniato a causa del caratteristico colore della testata stessa, fusa originariamente in bronzo. In seguito all’incontro con Giorgio Giusti, imprenditore torinese, la testata venne prodotta anche per la più popolare Fiat 500 detta “Topolino”, il che consentì ai produttori una maggiore diffusione del prodotto, e ai possessori della diffusissima utilitaria torinese un aumento della potenza unito, secondo la pubblicità dell’epoca, ad una diminuzione dei consumi. Deve essere ricordato, infatti, che la “Topolino” di serie era accreditata all’epoca di soli 13 CV, cosa che la rendeva lenta ed impacciata nonostante la costruzione molto leggera. La “Testadoro era disponibile in tre diverse versioni, differenti per rapporto di compressione, potenza e utilizzo: “N-Normale”; “S-Sport” e “C-Corsa”.  

Giorgio Giusti

 

 Imprenditore torinese, Giusti fu nel 1935 insieme a Giorgio Ambrosini uno degli animatori della Scuderia Subalpina fondata dal Conte Luigi della Chiesa. La scuderia fungeva allora da squadra ufficiale della Maserati. In seguito all’incontro con Roselli, allora in forza alla Scuderia Ferrari, Giusti propone la produzione e commercializzazione in serie della Testadoro per Fiat 500 tramite la propria azienda, la Casa dell’Auto di Torino. Dopo tre anni intensi di gare e vittorie, anche corse in prima persona come pilota delle sue vetture, Giusti si ritirò dalle competizioni nel 1949 in seguito alla morte del socio Roselli, avvenuta nell’autunno di quello stesso anno. Negli ultimi anni della sua vita si dedica alla pittura, diventando un rinomato artista di carattere internazionale, con diverse mostre di prestigio all'attivo.

 Arnaldo Roselli

 Ingegnere, già in forza alla Scuderia Ferrari, è stato nel 1935 tra i progettisti (insieme a Luigi Bezzi e Enrico Bertacchini) della famigerata Alfa Romeo 16C bimotore, voluta da Enzo Ferrari per contrastare il predominio delle auto tedesche nei Grand Prix dell’epoca. Roselli progettò in proprio una testa con camere di scoppio emisferiche e valvole radiali per la trasformazione di normali motori della Fiat 508 "Balilla" in propulsori da corsa per la classe Sport 1100. In seguito all’ingresso in società con Giorgio Giusti, progettò la testata con cilindrata da 750cc per la trasformazione dei tranquilli motori Fiat 500. Morì nell’autunno del 1949 in un incidente automobilistico insieme a Dante Spreafico, pilota con diverse Mille Miglia alle spalle.

   

   

 

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